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La Fiera San Giorgio sia sempre: Un privilegio antico, Forza del nostro domani

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Dalla chiusura della 724 Fiera San Giorgio il tempo non è passato invano. Almeno per le polemiche che ne sono scaturite. Tutte incentrate a ribadire il fallimento organizzativo dell’evento. Sotto la lente d’ingrandimento dei partiti d’opposizione in seno al Consiglio comunale, sono stati analizzati i vari aspetti della rassegna. Dalla cattiva gestione allo sperpero inutile e dannoso di denaro pubblico con eventi discutibili ed inopportuni. La scarsa affluenza di espositori e visitatori. Scarsa visibilità sul piano pubblicitario. Tariffe di stazionamento per gli operatori eccessive ed esagerate, così come sono state anche le lunghe giornate, quasi una settimana, dell’intera campionaria. Inutile dire che a tutte queste lamentele, critiche, disappunti ed obiezioni, è arrivato puntuale il primo cittadino, sottoforma di  soccorso rosso, con le sue pezze  giustificative, il quale, ancora una volta, ha addossato la colpa del mancato successo della fiera alla gestione commissariale e a chi l’ha procurata. Non una difesa d’ufficio, né una difesa scontata, quanto, invece, una difesa misera, puerile e vergognosa. Senza un minimo di pudore, di dignità. Tra l’altro, c’era poco da difendere e difendersi quando la realtà è stata setacciata dagli osservatori attenti: i visitatori e gli espositori. Tanto, doveva fare la sua parte. Di chi non si rassegna alle sconfitte; di chi non vuole ammetterle per puro orgoglio. Diciamo pure per cattiveria e malvagità demagogica. E’ un diritto contestare, ma è altrettanto diritto e dovere essere realisti in maniera sana e corretta e non tentare di essere più realisti del re, in assenza o in mancanza del re. I bilanci reali, quelli economici, su costi, ricavi, guadagni, benefici, non sono ancora venuti alla luce. Li aspettiamo per capire meglio che cosa non ha funzionato. In attesa, però, con insistenza, con convinzione e cocciutaggine riteniamo di dover e voler proporre o riproporre la necessità della costituzione dell’Ente Fiera. E’ inutile che il sindaco si ostina a non volerlo, nonostante, per altro, si vanta del riconoscimento regionale che la nostra fiera ha ricevuto o di cui è insignita. Abbiamo, anche capito il perché è contrario: perché deve fare della sua politica la stalla dove poter amministrare cibi e alimenti alle sue vacche magre. E’ inutile ostinarsi, quando oltre alla organizzazione della fiera d’aprile c’è il grosso problema riferito alla gestionalità dell’intera area per tutto il resto dell’anno. Spazi sufficienti che devono fruttare denaro all’erario comunale. Spazi che non possono essere adibiti solo ad area mercatale settimanale. Un bene pubblico che deve essere fruibile e fruttifero sul piano dell’economia,  del turismo, dello svago, del divertimento, del tempo libero, dell’artigianato locale da incentivare, dell’agricoltura produttiva e tecnologica da promuovere. Sappiamo di aver idee diverse e  non concilianti o conciliabili con quelle di chi rappresenta se stesso e il potere che esercita. Ne siamo fieri, perchè abbiamo sempre avuto  una idea chiara e precisa di fiera. Una idea maturata all’interno di una mente lucida e sgombra, trasparente, cristallina, solare. Far si che  la Fiera San Giorgio torni ad essere quella che è sempre stata e deve continuare ad essere: un privilegio antico, forza del nostro domani.

 

Giuseppe Massari

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