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Cronaca

Comunicato stampa di BirdLife Europa

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Il voto del Parlamento europeo di radere al suolo intere foreste per soddisfare la richiesta di energia rilascerà enormi quantità di carbonio nella nostra atmosfera.

Carbonio che altrimenti verrebbe immagazzinato nelle foreste. Trasformare la terra in piantagioni di biocarburanti significa distruggere la natura e sfrattare le comunità locali. Un crimine evitabile se solo si ricorresse all’energia eolica e solare, i cui impianti, se posizionati correttamente, offrono alternative praticabili. L'energia derivante dalle biomasse dovrebbe essere limitata all’uso di scarti e residui di lavorazione del legno, non a interi alberi, foreste o a produzioni derivanti da terreni dove si dovrebbe produrre cibo. Tali risultati perversi non aiutano nella lotta contro il cambiamento climatico.

Mentre gli eurodeputati hanno mostrato buone (ma insufficienti) ambizioni nel voler mitigare il clima votando per un obiettivo di energie rinnovabili del 35%, essi hanno in gran parte vanificato il significato di tali obiettivi garantendo che la maggior parte di essi sarà comunque soddisfatta con una biomassa insostenibile. I deputati non sono riusciti a fermare l’uso di cippato e alberi interi a fini energetici. Hanno anche sostenuto un dannoso nuovo obiettivo di "energia rinnovabile nel settore dei trasporti" del 12%, di fatto aumentando il target per i biocarburanti. Hanno anche fissato il futuro limite del contributo di biocarburanti ricavati da colture agricole ai livelli del 2017, pari ad un massimo del 7%, ossia il doppio del livello proposto dalla Commissione per il 2030. Un piccolo passo positivo è lo spostamento del focus sui carburanti maggiormente sostenibili, tra cui l’elettrico.

Tra le note positive, i deputati europei hanno almeno agito per contribuire a migliorare la coerenza generale con gli obiettivi di protezione della natura dell'UE durante la fase di transizione energetica. Hanno supportato un approccio spaziale strategico alla pianificazione energetica. Hanno respinto una proposta pericolosa che intendeva dare la priorità a grandi progetti di energia rinnovabile di interesse transfrontaliero senza salvaguardie politiche che avrebbero minato le Direttive sulla salvaguardia della natura proprie dell'UE e la protezione vitale che forniscono alla nostra fauna e ai nostri habitat.

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