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Cultura ed Eventi

A scuola di cucina (e di inclusione) con il progetto “So-stare”

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 Riuscire a stare con gli altri e con se stessi. Sembra banale, ma per alcuni ragazzi si tratta di sfide tutt’altro che semplici da affrontare. Le difficoltà aumentano quando si parla di giovani con disabilità. Ma riguardano tutti, anche i compagni di classe per i quali rapportarsi ai coetanei con disabilità potrebbe rappresentare un percorso ad ostacoli. “So-stare con me” nasce dunque come programma dove imparare a “stare” con se stessi e con gli altri, un progetto che pone al centro la persona con tutte le sue abilità, andando oltre il “cosa ha” ognuno per comprendere il “chi è”.

L’idea nasce a scuola, in particolare nell’Ente di Formazione Professionale gestito dalla cooperativa che forma gli alunni alla preparazione di pasti, sala e bar. E’ qui che è avvenuto il primo incontro con alcuni alunni con disabilità di diverse natura, dai giovani con sindrome di Down agli autistici. Ed è qui che è nata la prima intuizione: provare ad insegnare all’intera classe, compresi gli alunni senza disabilità, con metodi più semplici, montessoriani, per rendere le lezioni più “accessibili” anche ai compagni disabili. All’interno del programma didattico sono comprese anche alcune uscite pratiche, quelle ad esempio per andare a fare la spesa.

Nella nuova cucina gli alunni oggi si sperimentano e imparano anche a stare insieme, a relazionarsi con gli altri. E non solo con il vicino di fornello.

Alla base del progetto “So-sostare con me” c’è la volontà di mettere i ragazzi con disabilità nelle condizioni di poter aspirare all’autonomia. E allo stesso tempo aprire la scuola all’arrivo e alla formazione di un numero sempre maggiore di disabili. Non a caso adesso per la cooperativa l’obiettivo è riuscire ad aprire un ristorante didattico dove i ragazzi possano trovare occupazione e portare avanti un metodo di insegnamento che arricchisce perché non è basato su strategie nozionistiche, in cui uno sa e gli altri apprendono, ma su strategie logiche, dove chiunque può avere la risposta risolutiva ma deve dimostrarla nel concreto

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