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Bosco, la politica non riesce a dare risposte
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14 Nov 2017
- Ultima modifica il Martedì, 14 Novembre 2017 06:07
- Pubblicato Martedì, 14 Novembre 2017 06:07
- Scritto da vincenzo varvara
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Si è atteso per molto tempo la celebrazione del Consiglio Comunale che trattasse la problematica del bosco in merito agli incendi per capire, specialmente, ciò che si vuole fare dello stesso.
Certo dopo le azioni di piromani che hanno provocato la distruzione di oltre i due terzi del bosco nello scorso agosto, ci sono stati “movimenti” tesi a capire, a porre rimedio al rischio incendi che ciclicamente colpisce le sue aree in maniera forte.
Ieri sera c’è stato il riassunto di quanto è stato fatto, si è restato fermi a quanto deciso il 18 settembre: la realizzazione di un progetto per il riuso delle acque reflue (fra 4 o 5 cinque anni) e verificare la possibilità di avere una deroga ai tempi lunghi (5 anni) per intervenire ed effettuare azioni di pulizia del bruciato e di rimboschimento.
Eppure la celebrazione del Consiglio Comunale aperto ai contributi di associazioni ed esperti ha consentito di avere tante proposte, suggerimenti ma niente di tutto ciò è stato preso in considerazione; per sintetizzare vogliamo evidenziare quattro idee:
1) istituzione di un ufficio comunale che si dedichi esclusivamente al bosco (proposta dal consigliere di maggioranza Di Meo);
2) fare un Piano di Assestamento, sia pure sommario, che riguardi i seguenti aspetti:
a) amministrativo (per la verifica dei confini, la presenza di usi civici e di vincoli
naturalistici e paesaggistici),
b) ingegneristico-forestale (stato della viabilità, presenza di recinzioni, stato di
conservazione di iazzi, ripartizione del territorio ai fini dell'implementazione di un Piano
anti-incendio, …),
c) biologico (stato di salute della flora, valutazione del grado di rigenerazione del bosco
in rapporto alla fertilità del suolo e all'apporto idrico sia meteorico sia di falda),
d) economico (valorizzazione della multifunzionalità del bosco a scopi turistici, ricreativi
e sociali);
3) rifare il Piano di Gestione, vecchio di quindici anni, creando una “condotta forestale” diretta da agronomi forestali e da personale di servizio;
4) organizzare corsi di formazione a volontari che possano aumentare il numero di persone preposto alla sorveglianza.
Proposte attuabili senza la necessità della “deroga” ma che né il Sindaco, né l’Assessore regionale presente al Consiglio hanno preso in considerazione.
Il bosco non può continuare a morire per cui le azioni di sensibilizzazione messe in atto dal Comitato dei cittadini continuerà sperando che possa riuscire a svegliare anche i politici.